lunedì 3 dicembre 2012

Recensione "Come si scrive ti amo" di David Levithan e Rachel Cohn

"Qui dentro troverai alcuni indizi. Se ti interessano gira pagina. Se no ti prego di rimettere il taccuino sullo scaffale".
Dash è un ragazzo scontroso e solitario che alla compagnia delle persone preferisce quella dei libri. Tra gli scaffali della sua libreria preferita trova una moleskine rossa, lasciata da una misteriosa ragazza che gli lancia una sfida.

Lily si prepara ad affrontare il Natale più triste della sua vita. Per distrarsi un po', scrive alcuni indizi sulla sua agendina rossa e la lascia tra gli scaffali di una libreria, sperando che a trovarla sia il ragazzo giusto.









Piccola premessa per chi non avesse ancora letto questo libro: se lo avete comprato/volete comprarlo perché vi piace il titolo, rinunciate.
Lo dico senza cattiveria, senza astio: rinunciate perché, con l'amore, questo libro non c'entra niente. E non è una critica. Nell'originale inglese era un ben più efficace "Dash & Lily's book of dares" ovvero un semplice e per nulla intraducibile "Il libro delle sfide di Dash e Lily". 

Ammetto che non è il massimo, ma sarebbe risultato sicuramente molto meno mieloso e più aderente alla trama del libro.

Il volume è basato su una contrapposizione fra i capitoli narrati dal punto di vista di Dash, scontroso, ben poco natalizio, bibliofilo orgoglioso e, se così si può definire, molto "nerd" e quelli del suo opposto Lily, una ragazza dei quartieri alti di New York con una famiglia iperprotettiva che non le ha mai consentito di crescere e di vivere le esperienze tipiche di un'adolescente.

La straordinaria bellezza di questo romanzo è la sua delicatezza: in un'atmosfera natalizia deliziosa, due ragazzi si conoscono, si temono e si desiderano senza conoscersi. Così, le paure adolescenziali si mischiano a ricordi, a libri e film amati e odiati, a sogni, idee, confessioni e poesie, creando un'ingorgo straordinariamente tenero.

Un'altra freccia che voglio spezzare a favore di questo romanzo è per gli autori. Gli adolescenti sono difficili da raccontare, lo sanno tutti. Qualcuno (vedi Moccia) crede di poterli identificare con la trasgressione, ovvero "Sei un adolescente, questo deve voler dire che sei un ragazzino superficiale interessato solo al sesso occasionale, alle droghe leggere e a mentire ai tuoi genitori".
Qualcuno ci prova con risultati buoni, ma, davvero, non avevo mai letto nessuno più immedesimato negli adolescenti di David Levithan ( e di Rachel Cohn, anche se tendo a dimenticarla perché è leggermente inferiore a lui come bravura).
David Levithan fa parlare i suoi personaggi come farebbe qualsiasi ragazzo, alternando discorsi con un certo spessore psicologico a battute, sogni ad occhi aperti e la giusta dose di parolacce (è vero che gli adolescenti le dicono, ma non le usano mica come intercalare nei discorsi!).

Insomma: un libro consigliatissimo, 4 stelline molto meritate per un volumetto che vi ammorbidirà il cuore e, forse, vi farà venir voglia di nascondere un taccuino sugli scaffali di una libreria. Chissà...




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